Il nostro primo viaggio insieme fu in un bellissimo villaggio turistico.

La vita in questi luoghi è piuttosto monotona e, che lo si voglia o no, i momenti più entusiasmanti sono il pranzo e la cena. Non per tutti.

I più piccoli, in un villaggio così organizzato, avevano un’area dedicata per consumare i pasti.

Un bellissimo gazebo con sotto una sfilza di seggioloni e un bel banco ristorante con un cuoco paterno e sorridente, che smistava piattoni di cibi appena sfornati, adatti ai più piccini.

Il momento era tragico. Appena mi avvicinavo al banco, lo chef mi snocciolava il menù e io entravo nel panico, pensando a cosa avresti potuto mangiare.

Non solo. Era difficile scegliere (perché niente ti sarebbe piaciuto), ma occorreva rispondere ad un quiz: “Non vuole altro? Solo il primo? Niente parmigiano?”.

In più al ritorno, neanche a farlo apposta, nel seggiolone a fianco si sedeva sempre il più vorace dei bambini e la più loquace delle madri che, con la loro meravigliosa e tranquillizzante normalità, facevano sentire me e il mio bimbo inappetente, ancora più strani e fuori posto.

FdM