Il mio rapporto con la scuola e con i tuoi insegnanti non è stato tutto rose e fiori.
Soprattutto i primi tempi, all’asilo, quando si iniziava a percepire che qualcosa non stesse funzionando.
Per un genitore non è facile accettare che il proprio figlio abbia delle evidenti difficoltà. Si cerca sempre un po’ di nascondersi, come la lucertola che scappa, di pietra in pietra, una volta scoperta.
Si cerca di mimetizzarsi e di fare in modo che il confronto con gli altri arrivi il più tardi possibile.
Ricordo ancora quando la maestra mi chiese un colloquio.
Mi tremavano le gambe, sapevo che qualcuno che ne capiva molto più di me mi avrebbe messo di fronte alla dura realtà.
Ricordo ancora il dubbio che mi pose, dopo avere sviscerato tutte le tue evidenti difficoltà: linguaggio, relazione, gioco simbolico. Mi chiese: “Non sarà mica AUTISTA?”.
Immediatamente rividi l’idea che gli altri ne sapessero più di me e ti immaginai a bordo di un lucente tir su una super strada americana, mentre la radio passava: “Sweet home Alabama”.
FdM